La frontiera senza confini Ricerca e alta tecnologia per superare il gap con altri Paesi e i nostri squilibri interni

Usare la ricerca e l’alta tecnologia per rendere forte un Paese? L’idea è, allo stesso tempo, grandiosa e banale. Grandiosa e innovativa nella versione ideata da Vannevar Bush, consigliere scientifico di Franklin Delano Roosevelt che ha garantito ottant’anni di primazia mondiale agli Stati Uniti nonché in quelle declinate, in una gustosa salsa italiana, da Adriano Olivetti, Felice Ippolito e la comunità dei fisici italiani, Giulio Natta e la Montecatini, senza dimenticare l’Istituto superiore di sanità diretto da Domenico Marotta (iniziative, purtroppo, strozzate tutte sul nascere). É invece assolutamente non originale e, perciò, banale e molto modesta, ripresentarla oggi, come tutte le volte che si comunica qualcosa di scontato, di ovvio … se non fosse che è un tema non preso in considerazione - da almeno cinquant’anni - dalle classi dirigenti del nostro Paese (politiche, intellettuali, giornalistiche, imprenditoriali). Non se ne parla proprio. Non nel senso che è vietato parlarne ma peggio. Se si introduce il tema tutti (quasi, ovviamente, come in tutte le cose, ma è un quasi che riguarda un numero veramente molto esiguo) gli interlocutori sviano subito il discorso. Forse è giunto il momento (dopo la pandemia e dopo una guerra inattesa) di ripresentare quest’idea - cercando di sottolineare l’urgenza di un cambio di passo - e indicarne nuove modalità attuative che tengano conto anche di aspetti giuridico-normativi oltre che politici ed economici che ne permettano l’avvio. Richiamando anche precedenti seminari e dibattiti si indicherà che queste idee possono essere fruttuosamente riconsiderate soprattutto se inserite in un progetto di sviluppo complessivo che veda gli squilibri interni al nostro Paese in parallelo con quelli tra l’Italia e il resto dell’Unione europea (un esempio: se sono state cancellate le possibilità di sviluppo del porto di Augusta a favore di altri porti italiani sono state cancellate le possibilità di sviluppo del porto di Trieste a favore di quello di Amburgo). Prendendo atto del contesto generale dobbiamo tener conto sia di letture nuove dello squilibrio economico Nord-Sud sia di riflessioni giuridiche riguardanti l’autonomia regionale che possa favorire un’interazione efficace e duratura tra mondo della ricerca e mondo produttivo in grado di innescare innovazioni nel campo dell’alta tecnologia. Il seminario è inteso - in un dibattito a più voci - a stimolare in primo luogo domande che possano portare a riflessioni inedite. __________________________
Il titolo è un omaggio al Rapporto di Vannevar Bush, Science: The Endless Frontier, tradotto seguendo un suggerimento di Pietro Greco che - premettendovi un dovizioso saggio - ne ha curato l’edizione italiana (Manifesto per la rinascita di una nazione). Un desiderio dell’autore è che questo bellissimo titolo possa essere usato in futuro se solo le riflessioni (di tanti nonché della nostra Accademia) condurranno ad approfondire questo tema cruciale e a renderlo attuabile.